L’inventario del palazzo di Giuseppe Tibaldi: musica e collezionismo nella Bologna di fine Settecento

Autori

  • Davide Mingozzi Conservatorio “N. Paganini” di Genova https://orcid.org/0000-0001-6673-112X

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2974-7287/20846

Parole chiave:

tenore, Christoph Willibald Gluck, Bologna, inventario, Giuseppe Tibaldi

Abstract

La definizione del tenore come “primo uomo” emerse gradualmente a partire dalla metà del Settecento; Giuseppe Tibaldi svolse un ruolo cruciale in questo processo. Negli anni Cinquanta del Settecento egli intraprese una brillante carriera insieme alla moglie Rosa Tartaglini. La sua vocalità ispirò i personaggi di Admeto nell’Alceste di Gluck e Aceste nell’Ascanio in Alba di Mozart. Oltre che cantante, Tibaldi fu un apprezzato compositore e fu più volte acclamato principe dell’Accademia dei Filarmonici. Strinse una stretta amicizia con Giambattista Martini, cui affidò l’istruzione del figlio Ferdinando. Altri membri della famiglia Tibaldi si esibirono sulle scene, tra cui Pietro, fratello di Giuseppe, e la di lui moglie Angela Masi; Giuseppe e Carlo, secondogenito e terzogenito del tenore; e Costanza, figlia di quest’ultimo, che nella prima metà dell’Ottocento pose fine alla dinastia musicale dei Tibaldi. L’articolo riassume le vicende dei Tibaldi lungo tre generazioni, evidenziando i rapporti educativi e professionali che costoro instaurarono. Si presenta un documento del 1767 con il quale Tibaldi acquistò il palazzo di famiglia in piazza Calderini e si discute il testamento del cantante, finora sconosciuto, corredato di un inventario dettagliato della dimora bolognese e della ricca biblioteca musicale.

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Pubblicato

2024-12-10

Come citare

Mingozzi, D. (2024). L’inventario del palazzo di Giuseppe Tibaldi: musica e collezionismo nella Bologna di fine Settecento. Artes – Rivista Di Arte, Letteratura E Musica dell’Officina San Francesco Bologna, 3(III), 53–66. https://doi.org/10.6092/issn.2974-7287/20846

Fascicolo

Sezione

Saggi