Proposte

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Lista di controllo per la predisposizione di una proposta

Durante la procedura di trasmissione di una proposta, gli autori devono verificare il rispetto dei seguenti requisiti; la submission potrebbe essere rifiutata se non aderisce a queste richieste.
  • L’autore è a conoscenza del processo di valutazione e revisione della rivista.
  • Il testo aderisce alle richieste stilistiche e bibliografiche riassunte nelle linee guida dell'autore, che si trovano qui sotto.

Linee guida per gli autori

Gli articoli proposti ad «Artes – Rivista di Arte, Letteratura e Musica dell’Officina San Francesco Bologna» non devono essere stati pubblicati in precedenza né sottoposti contemporaneamente ad altra rivista per la valutazione, e dovranno essere obbligatoriamente corredati di due abstracts, in lingua italiana e inglese (al massimo 1000 battute ciascuno, spazi inclusi). Oltre agli abstracts, a complemento dell’articolo l’Autore sottoporrà alla Redazione un suo sintetico profilo bio-bibliografico in lingua italiana e in lingua inglese (al massimo 500 battute ciascuno, spazi inclusi). Si privilegeranno gli articoli compresi tra le 40.000 e le 60.000 battute.

1. Formattazione e trattamento dei testi

I file di testo devono essere inviati alla Redazione in formato ‘.docx’. I testi devono essere redatti secondo questi parametri di impaginazione (cfr. il file di modello qui allegato, ove sono presenti anche gli stili redazionali):

  • formato pagina A4; margini superiore e inferiore cm 3,5; margine destro e sinistro cm 2,5; intestazioni e piè di pagina cm 2;

  • font Garamond; testo in corpo 12, interlinea singola; note a piè di pagina in corpo 11, interlinea singola; testo e note giustificate;

  • il testo dell’articolo deve essere preceduto dal nome dell’Autore, dall’indicazione della città di affiliazione accademica e dal titolo, tutti centrati: il nome dell’Autore va in maiuscoletto, corpo 12; la città in tondo, corpo 11, e il titolo in maiuscolo, corpo 14;

  • nel testo e nelle note a piè di pagina occorre inserire un rientro paragrafo di cm 0,75;

  • quando il passo citato supera le 3-4 righe, la citazione deve essere posta fuori corpo del testo: sopra, occorre inserire una riga di interlinea vuota; la citazione va posta a filo dei margini sinistro e destro della pagina, in corpo 11, interlinea singola; sotto, occorre inserire una riga di interlinea vuota;

  • le note sono posizionate a piè di pagina; il rinvio è a esponente e deve essere collocato dopo i segni di interpunzione (unica eccezione ammessa riguarda le incise di testo, che invece contengono il rinvio);

  • i files inviati alla Redazione devono contenere la numerazione automatica delle pagine; il numero di pagina deve essere allineato a destra e in corpo 12;

  • i files inviati non devono contenere intestazioni e titoli correnti;

  • i files inviati non devono contenere doppi spazi inopportuni.

2. Citazioni

  • le citazioni che figurano nel corpo del testo (inferiori alle 3-4 righe) sono racchiuse tra virgolette basse (« ») e non prevedono l’impiego del corsivo, tranne che nei casi previsti (cfr. infra); per le citazioni all’interno delle citazioni si impiegano le virgolette doppie alte (“ ”). Nelle citazioni fuori corpo del testo (superiori alle 3-4 righe) non si impiegano mai né le virgolette né il corsivo (tranne che nei casi previsti: cfr. infra);

  • per la divisione dei versi trascritti in riga si impiegano le barre oblique ( / ), lasciando uno spazio prima e dopo la barra (es.: «“Vexilla regis prodeunt inferni / verso di noi; però dinanzi mira – / disse ’l maestro mio – se tu ’l discerni”»);

  • per quanto riguarda l’impiego delle maiuscole ad avvio delle citazioni, occorre valutare il ruolo sintattico che la citazione assume nel testo in cui è inserita: l’iniziale è minuscola quando la citazione dipende dal periodo di testo in cui è inserita, l’iniziale è maiuscola quando la citazione costituisce una proposizione completa, sintatticamente indipendente dal testo nel quale è inserita (es: Come sottolinea Marata, «i materiali archivistici pervengono all’Ordine solamente attraverso donazioni private»; Lo chiarisce efficacemente Bettazzi: «L’attenzione della storiografia si è sempre appuntata in modo prevalente sulla forma del linguaggio architettonico»);

  • l’omissis di un passo all’interno di una citazione si indica con tre puntini racchiusi tra parentesi quadre (es: «La prima cantica della Commedia è sempre stata letta e apprezzata per i grandi personaggi, gli incontri frontali, gli episodi drammatici, i sentimenti corposi che la attraversano e la interpretano. Anche se questi sono tratti più vistosi che distintivi del mondo infernale […], la rappresentazione dantesca del male è stata visitata ed esaltata come una galleria storico-romanzesca di quadri firmati, antichi e recenti»); prima e dopo può essere impiegato qualsiasi segno di punteggiatura, fatta esclusione per il punto prima della parentesi quadra, che si omette;

  • un errore presente nel testo citato deve essere riportato nella citazione (a meno che non si tratti di un banale errore di stampa); per segnalarlo si impiega l’indicazione tra parentesi quadre [sic!].

3. Rinvii bibliografici

Le informazioni necessarie per redigere i rinvii bibliografici si ricavano sempre dal frontespizio; nel caso in cui questo non sia sufficiente, bisogna ricorrere al verso del frontespizio, alla copertina, al dorso, alla coperta. Per la data di edizione si preferiscono nell’ordine la data sul frontespizio, la data di pubblicazione, la data di stampa, la data di copyright.

  • nel caso di monografie, alla prima occorrenza: N. Cognome, Titolo, eventuale indicazione del curatore (a cura di N. Cognome) ovvero del traduttore (trad. it. a cura di N. Cognome), eventuale numero dell’edizione (se successiva alla prima, seguito da ‘ed.’), eventuale indicazione del volume in cifre romane (senza far precedere ‘vol.’), luogo di pubblicazione, cognome dell’editore, data di pubblicazione, eventuale indicazione della collana (tra parentesi tonde e virgolette basse «», seguita da virgola e dal numero del volume in cifre arabe o romane, così come figura sulla fonte di informazione), eventuale rinvio alle pagine specifiche. Nel caso di traduzione, si indica il titolo della traduzione in lingua italiana seguito tra parentesi tonde, in tondo, dalla data della pubblicazione in lingua originale.

N. Pirrotta, Musica tra Medioevo e Rinascimento, Torino, Einaudi, 1984

G. Verdi - G. Ricordi, Carteggio Verdi-Ricordi 1882-1885, a cura di F. Cella, M. Ricordi e M. Di Gregorio Casati, Parma, Istituto nazionale di Studi verdiani, 1994

Carlo Emilio Gadda: Contemporary Perspectives, a cura di M. Bertone e R. Dombroski, Toronto, University of Toronto Press, 1997

Lucrezio Caro, La natura, a cura di A. Fellin, 2a ed., Torino, UTET, 1976

E. Said, Cultura e imperialismo. Letteratura e consenso nel progetto coloniale dell’Occidente (1993), trad. it. a cura di S. Chiarini e A. Tagliavini, Roma, Gamberetti, 1998

Antiphonaire monastique, 12. siècle: codex 601 de la Bibliothèque Capitulaire de Lucques, Bern, Herbert, 1974 («Paléographie musicale», 9)

Nelle occorrenze successive alla prima basta indicare il cognome dell’autore, se presente, e il titolo abbreviato seguito dall’indicazione ‘cit.’ in tondo:

Pirrotta, Musica tra Medioevo e Rinascimento cit.

Verdi - Ricordi, Carteggio Verdi-Ricordi cit.

Carlo Emilio Gadda cit.

Lucrezio Caro, La natura cit.

Said, Cultura e imperialismo cit.

Antiphonaire monastique cit.

  • nel caso di articoli in rivista, alla prima occorrenza: N. Cognome, Titolo, «Nome della rivista» (senza ‘in’ anteposto), eventuale indicazione della serie, annata (in cifre romane), anno di pubblicazione, rinvio alle pagine. Non è necessario indicare il numero del fascicolo all’interno dell’annata, a meno che la paginazione tra i vari fascicoli dell’annata riprenda ogni volta da 1.

C. Di Girolamo, «Le donne ti disiano, pulzell’e maritate» (PSs 16.1, v. 2), «Lingua e stile», XLVII, 2012, pp. 3-21: 16-18

I. Sc. Ryberg, Vergil’s Golden Age, «Transactions and Proceedings of the American Philological Association», LXXXIX, 1958, pp. 112-131

F. Mancini, Un’attestazione mediana di Cortonese XXXIV, «Giornale italiano di filologia», n.s., VII, 1976, pp. 241-266

Nelle occorrenze successive alla prima basta indicare il cognome dell’autore, se presente, e il titolo abbreviato seguito dall’indicazione ‘cit.’ in tondo:

Di Girolamo, «Le donne ti disiano» cit.

Ryberg, Vergil’s Golden Age cit.

Mancini, Un’attestazione mediana cit.

  • nel caso di articoli in miscellanee, alla prima occorrenza: N. Cognome, Titolo dell’articolo, in Titolo della miscellanea, a cura di N. Cognome, eventuale numero dell’edizione (se successiva alla prima, seguito da ed.), eventuale indicazione del volume in cifra romana (senza far precedere vol.), luogo di pubblicazione, cognome dell’editore, data di pubblicazione, eventuale indicazione della collana (tra parentesi tonde e virgolette basse «», seguita da virgola e dal numero di serie del volume in cifre arabe o romane, così come figura sulla fonte di informazione), rinvio alle pagine.

M. L. Meneghetti, La nascita delle letterature romanze, in Storia della letteratura italiana, a cura di E. Malato, I: Le origini, Roma, Salerno, 1995, pp. 175-229

S. Freud, Alcune conseguenze psichiche della differenza anatomica tra i sessi (1925), trad. it. di E. Sagittario, nelle sue Opere, a cura di C. L. Musatti, 2a ed., X, Torino, Bollati Boringhieri, 1989, pp. 203-217

U. Foscolo, Discorso sul testo della “Divina Commedia”, nella sua Edizione nazionale delle opere, IX: Studi su Dante, parte i: Articoli della Edinburgh Review. Discorso sul testo della “Commedia”, a cura di G. Da Pozzo, Firenze, Le Monnier, 1979, pp. 147-579

Nelle occorrenze successive alla prima:

Meneghetti, La nascita delle letterature romanze cit.

Freud, Alcune conseguenze psichiche cit.

Foscolo, Discorso sul testo della “Divina Commedia” cit.

Alcune indicazioni generali, che valgono per tutti i rinvii bibliografici:

  • nei titoli all’interno dei titoli occorre impiegare le virgolette doppie alte "" (es.: L. Bianconi - Th. Walker, Dalla “Finta pazza” alla “Veremonda”: storie di Febarmonici);

  • i rinvii bibliografici sono introdotti dall’indicazione cfr. nel caso in cui si riferiscano a una normale porzione di testo; nel caso di citazioni, tale indicazione deve essere omessa;

  • nel caso in cui si intenda rinviare a una pubblicazione citata nella nota a piè di pagina immediatamente precedente, basta limitarsi all’indicazione Ivi (in corsivo); se l’indicazione è seguita da virgola e da p./pp., si intende che il testo è il medesimo, mentre la pagina è diversa;

  • nel caso in cui si intenda rinviare a una diversa pubblicazione dell’autore appena citato, l’indicazione dell’autore deve essere abbreviata in Id. oppure Ead. (in maiuscoletto);

  • l’intervallo di anni deve essere abbreviato (1984-86, non 1984-1986 o 1984-6);

  • l’intervallo di pagine va sempre indicato in forma estesa (es.: pp. 140-149 e non 140-49 o 140-9); per specificare un intervallo di pagine particolare, basta indicare l’intervallo complessivo e l’intervallo specifico, separati da due-punti e spazio (es.: pp. 140-149: 142-145; se si tratta di un’occorrenza successiva alla prima, basta l’intervallo di pagine specifico);

  • gli autori e i curatori della pubblicazione vanno indicati tutti se sono fino a tre; se sono più di tre si cita il nome del primo, seguito dall’indicazione et al. (in corsivo; non si impiega mai l’indicazione AA.VV.);

  • le indicazioni come Atti del Convegno o Scritti in memoria et similia possono essere omesse se il volume è dotato di titolo proprio; se necessarie, si indicano in tondo con le dovute maiuscole (nel caso di atti di convegno, seguono tra parentesi tonde il luogo e la data del convegno, se presenti):

  • le indicazioni relative alla collana possono essere omesse; devono essere riportate solo nel caso di opera omnia e monumenti (es.: «Edizione critica delle opere di Gioachino Rossini»; «Patrologiae cursus completus»);

  • nel caso di rinvio a fonti archivistiche, occorre indicare l’eventuale titolo e la collocazione completa (es.: Rapporto a Sua Eminenza il Sig. Cardinal Vicario sulle scuole esistenti in Roma nel 1850, Roma, Archivio segreto del Vicariato, Atti della Segreteria del Vicariato, b. Scuole 1829-1890, doc. 15, c. 15v); se le fonti archivistiche sono numerose e ricorrenti, può essere utile adottare delle sigle, da esplicitare una volta per tutte nella prima nota a piè di pagina del testo;

  • nel caso di rinvio a risorse online, occorre specificare la denominazione della piattaforma e l’url; tra parentesi, va indicata la data di ultima consultazione;

  • nell’indicazione dei titoli di contributi e delle intitolazioni delle riviste e delle collane occorre attenersi alle regole esplicitate infra al punto 5; il sottotitolo sarà separato dal titolo o dall’intitolazione da punto (in italiano, francese e spagnolo) o due-punti (inglese e tedesco);

  • nel caso di rinvii ad autori antichi o moderni, il numero romano indica il libro o altra sezione principale dell’opera (canto, cantare, capitolo, ecc.); i numeri arabi che seguono (tra loro separati da virgola senza spazio) indicano il capitolo e il paragrafo (es.: Thuc. II 47,2; Verg. Aen. VI 688; Dante, Par. XI 43).

4. Edizioni di documenti

  • nelle edizioni di documenti (salvo diverse esigenze scientifiche) si segue un criterio tendenzialmente conservativo. Si mantiene la grafia originaria con le seguenti eccezioni: si distingue u da v; si rende con z la t e la tt prima di i seguita da vocale; si elimina la h etimologica o pseudoetimologica e la si adegua all’uso moderno nelle forme del verbo avere e nelle interiezioni; si riducono la j e la y a i (ij e ii); si rendono et ed & con e davanti a consonante, et davanti a vocale; si regolarizzano gli isolati gle la, gle li, gle lo e gle ne. Si sciolgono le abbreviazioni e si dividono le parole secondo l’uso moderno; si normalizza l’uso della punteggiatura, si introducono le maiuscole e i segni diacritici;

  • si pongono tra virgolette uncinate ‹ › le integrazioni di parole o lettere al testo; tra parentesi quadre [ ] le interpolazioni e i commenti dell’editore; tra parentesi graffe { } le espunzioni;

  • l’omissis di un passo si indica con tre puntini preceduti tra parentesi quadre;

  • un errore presente nel testo deve essere riportato; per segnalarlo si impiega l’indicazione [sic!].

5. Impiego degli stili tipografici

MAIUSCOLO

  • l’impiego delle maiuscole deve essere il più possibile normalizzato (es.: A. Manzoni, I promessi sposi – o, se del caso, Manzoni, nei Promessi sposi, non A. Manzoni, I Promessi Sposi; il Tribunale fallimentare, non il Tribunale Fallimentare). Le maiuscole devono essere impiegate nei nomi propri di persona; nelle iniziali di soprannomi e pseudonimi invalsi nell’uso come appellativi di personaggi reali (es.: il Re Sole, Pipino il Breve, il Beato Angelico; i soprannomi aggiunti ai nomi si indicano invece tra virgolette alte “ ”, es.: Gianfranco Barbieri, detto “il Guercino”); nei nomi che identificano gruppi etnici e non nazionalità o appartenenza a regioni geografiche (es.: gli Etruschi, i Celti, ma le popolazioni etrusche, gli aborigeni, i pigmei, i francesi, i napoletani); nelle iniziali di nomi di istituzioni, partiti, organizzazioni politiche, scientifiche e culturali, come anche nei nomi di nazioni o zone territoriali corrispondenti a suddivisioni storiche, politiche o amministrative (es.: il Comune di Bologna, la Procura della Repubblica, il Partito Comunista, la Triplice Alleanza, le Nazioni Unite, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Académie Française, il Nuovo Mondo, la Scandinavia, il Sudest asiatico, le Bocche di Bonifacio); nei nomi di città, vie ed edifici (es.: Fiorenzuola d’Arda, il Vomero, piazza Castello, la Rive Gauche, il Colosseo, palazzo Chigi, la Statua della Libertà); nei periodi storici e culturali (es.: il Medievo; l’Illuminismo; la Resistenza); nei nomi di religioni, sette e società religiose, cristiane e non (es.: il Cristianesimo, l’Ordine francescano, l’Islam, la Chiesa di Polonia, lo Spirito Santo, ma la religione cattolica, i monaci benedettini); in sigle e acronimi, che vanno indicati senza spazi e senza punti (es.: FIAT);

  • titoli civili, militari, religiosi, professionali, onorifici e nobiliari vanno in minuscolo se si accompagnano al nome del personaggio (es.: il sindaco Rutelli, il papa Benedetto XIV, il cardinal Rezzonico); se il titolo è impiegato da solo, la maiuscola è appropriata (es.: il Sindaco di Roma, il Re di Spagna, Sua Eccellenza).

maiuscoletto

  • nei rinvii bibliografici, nei cognomi di persona degli autori (es.: M. Epifani - D. Checchi).

corsivo

  • nei titoli (anche nei rinvii bibliografici); nei termini tecnici, nel caso in cui non siano acquisiti nel lessico della disciplina (può essere sufficiente solo la prima volta che compaiono nel testo); nei nomi scientifici (es.: panthera pardus, boletus edilis); in parole e brevissime frasi in lingua straniera e di uso non comune (quelle acquisite nella lingua italiana o di uso corrente vanno in tondo; es.: obtorto collo, ça va sans dire, ma garage, bar, file); molto occasionalmente, per enfatizzare una parola o una breve frase il cui rilievo nel discorso verrebbe altrimenti perduto;

  • nei titoli di opere e testi in lingua diversa dall’italiano valgono i criteri seguenti: in francese ci si comporta come con l’italiano (minuscolizzando il primo nome nei titoli; es.: Les vêpres siciliennes); in tedesco, vanno in maiuscolo i soli nomi (es.: Die Meistersinger von Nürnberg); in inglese, vanno in maiuscolo nomi, verbi, aggettivi e la prima parola – qualsiasi essa sia – dopo i due punti (es.: The Dance of the Muses: Choral Theory and Ancient Greek Poetics);

  • nelle parole (o nelle lettere o combinazioni di lettere) intese come tali (es.: il nesso consonantico str; in caso di occorrenze limitate possono essere impiegati gli apici singoli al posto del corsivo: ‘str’);

6. Impiego dei trattini e dei tratti

trattino -

  • nei termini composti (es.: linee-guida); negli intervalli numerici, anche nei rinvii bibliografici (es.: pp. 12-29); nei rinvii bibliografici, per separare due o più autori oppure città oppure editori (es.: A. Magaudda - D. Costantini; New York - London; Bärenreiter-Metzler; nei primi due casi, si noti la presenza di uno spazio prima e dopo il trattino, impiegato appunto per separare i due autori e le due città, visto che New York si compone di due parole; nell’ultimo caso lo spazio va invece omesso).

tratto –

  • negli elenchi puntati; nelle incise di testo (in questo caso, il tratto è preceduto e seguito da uno spazio); nelle didascalie (es.: Fig. 1 – Roma, veduta della piazza dei SS. XII Apostoli; anche in questo caso, il tratto è preceduto e seguito da uno spazio).

7. Impiego delle virgolette

virgolette basse « »

  • nelle citazioni di passi nel corpo del testo (ma non nelle citazioni di passi fuori corpo del testo!); nei rinvii bibliografici, per indicare la rivista o la collana; negli incipit musicali.

virgolette alte “ ”

  • nelle citazioni all’interno di citazioni; nei titoli all’interno dei titoli (es.: L. Bianconi - Th. Walker, Dalla “Finta pazza” alla “Veremonda”: storie di Febarmonici); nei traslati e nelle ironie;

  • nei soprannomi aggiunti ai nomi (es.: Gianfranco Barbieri, detto “il Guercino”; soprannomi e pseudonimi invalsi nell’uso come appellativi di personaggi reali si scrivono semplicemente con iniziali maiuscole, es.: il Re Sole, Pipino il Breve, il Beato Angelico).

apici ‘ ’

  • nelle parole (o nelle lettere o combinazioni di lettere) intese come tali (es.: il nesso consonantico ‘str’; in caso di numerose occorrenze può essere più efficace l’impiego del corsivo al posto degli apici: str); nei termini che denotano un concetto particolare (es.: il concetto di ‘natura’ nel secolo XVIII).

8. Impiego della punteggiatura

  • il segno di punteggiatura (punto; virgola; due-punti; punto-e-virgola; punto esclamativo; punto interrogativo; ecc.) di norma segue immediatamente il carattere precedente, ed è seguito da uno spazio bianco; l’unica eccezione è rappresentata dal tratto, che è preceduto e seguito da uno spazio bianco.

9. Impiego degli spazi

  • NON inserire alcuno spazio: tra un segno di punteggiatura e la parola che lo precede; tra l’apertura di parentesi e la parola che segue; tra la chiusura di parentesi e la parola che precede; tra l’apertura di virgolette e la parola che segue; tra la chiusura di virgolette e la parola che precede; dopo il punto fermo alla fine di un capoverso; tra due lettere puntate nelle abbreviazioni (es.: n.s. = nuova serie; a.C. = avanti Cristo); prima e dopo il trattino nel caso di rinvii bibliografici (es.: pp. 198-199); tra il numero delle carte di manoscritti ed edizioni antiche e la precisazione (abbreviata e in corsivo) recto o verso (es.: c. 45r; cc. 4v-8r); tra le lettere di cui si compongono gli acronimi, da citare in maiuscolo e senza punti (es.: FIAT);

  • occorre invece inserire uno spazio: tra le due iniziali puntate di un doppio prenome (es.: L. B. Alberti); dopo ogni segno di punteggiatura, escluso nel caso di punto fermo in fine di paragrafo; tra l’apertura di una parentesi e la parola precedente; tra la chiusura di una parentesi e la parola successiva; tra l’apertura di virgolette e la parola che precede, a eccezione del caso in cui le virgolette siano precedute da un apostrofo; tra la chiusura di virgolette e la parola successiva; tra il tratto e le parole che precedono e che seguono; tra la barra obliqua (segno di divisione tra versi, nelle trascrizioni in riga) e le parole che precedono e che seguono; nei rinvii bibliografici, tra due o più autori.

10. Varia

  • occorre prestare attenzione a fenomeni grafici come l’apostrofo in caso di aferesi della vocale iniziale di lessema, l’apocope dell’articolo postvocalico o l’abbreviazione dei millesimi nelle date (es.: «ma non so ‘ncominciar senza tu’ aita», non «ma non so ‘ncominciar senza tu’ aita»; «Il 28 giugno ’14», non «Il 28 giugno ’14»;

  • occorre prestare attenzione ai segni diacritici e alle traslitterazioni; tranne che nelle citazioni e nei rinvii bibliografici, per i quali occorre attenersi a quanto si legge sulla fonte, di norma occorre uniformarsi all’uso della lingua in cui è redatto l’articolo (es.: in un testo in lingua italiana, Stravinskij e non Stravinsky, Čaikovskij e non Tchaikovsky, e viceversa in un testo in lingua inglese);

  • i numeri vanno espressi in lettere fino al dodici, e in cifre arabe da 13 in avanti;

  • il numerale romano va dopo il sostantivo che esso specifica (es.: il secolo XIX, oppure sec. XIX, non il XIX secolo; l’atto I, non il I atto);

  • nei titoli, l’articolo si mantiene se il titolo compare al nominativo o all’accusativo (es: Verdi compose La traviata), ma si ingloba nella preposizione negli altri casi (es.: la ripresa della Traviata nel 1854).

11. Elenchi puntati, tabelle, immagini, esempi musicali

  • è consentito l’impiego parsimonioso di elenchi puntati o numerati e di tabelle, la cui formattazione grafica sarà definita in sede di impaginazione; per le tabelle, l’Autore dovrà fornire la didascalia, da apporre prima della tabella medesima (es.: Tav. 1 – Firenze, Archivio Capitolare di S. Lorenzo, ms. 2211: organizzazione dei contenuti);

  • è consentito l’impiego di immagini, se necessarie all’argomentazione e nel caso in cui l’Autore possa concretamente documentare di essere in possesso del diritto di riproduzione. Le immagini dovranno essere fornite a parte, in formato .JPG o .TIFF ad almeno 300 dpi di risoluzione; l’Autore avrà cura di indicare nel testo il punto esatto in cui l’immagine deve essere inserita e ne fornirà la didascalia, da apporre dopo l’immagine medesima (es.: Fig. 1 – P. L. Ghezzi, Giambattista Martini dirige le musiche per il triduo di beatificazione di Giuseppe da Copertino, Roma, 6-8 maggio 1753; Cambridge, Ma., Fogg Art Museum of Harvard University, Bequest of Meta and Paul J. Sachs, n. 1965.380);

  • è consentito l’impiego di esempi musicali, se necessari all’argomentazione e nel caso in cui l’Autore possa concretamente documentare di essere in possesso del diritto di riproduzione, se richiesto. Gli esempi musicali dovranno essere forniti a parte, in formato .JPG o .TIFF ad almeno 300 dpi di risoluzione; l’Autore avrà cura di indicare nel testo il punto esatto in cui l’esempio deve essere inserito e ne fornirà la didascalia, da apporre dopo l’esempio medesimo (es.: Es. mus. 1 – P. Vinci, Il secondo libro de’ madrigali a sei voci (1579): «Alma Isabella», batt. 7-15).

12. Abbreviazioni

Il ricorso alle abbreviazioni è obbligatorio nelle note a piè di pagina; l’Autore deve attenersi, per quelle qui rubricate, alle forme suggerite:

app. = appendice

anast. = anastatico, anastatica

aut. = autografo, autografi

c., cc. = carta, carte

b., bb. = busta, buste

batt. = battuta, battute

cap. = capitolo, capitoli

cfr. = confronta

cit. = citata, citato

ed. = edizione

n., nn. = numero, numeri

Fig. = Figura, Figure

f.t. = fuori testo

Id., Ead. = Idem, Eadem (rinvio successivo allo stesso autore)

ivi = il rinvio è al testo appena citato

ms., mss. = manoscritto, manoscritti

p., pp. = pagina, pagine

passim = l’argomento ricorre con frequenza nell’opera citata

rist. = ristampa

r, v = recto, verso (nella numerazione delle carte)

s.d. = senza data di stampa

s.e. = senza editore

s.l. = senza luogo di stampa

s.n.t. = senza note tipografiche

t., tt. = tomo, tomi

Tav. = Tavola, Tavole

trad. = traduzione

vol., voll. = volume, volumi

13. Abbreviazioni bibliche

L’Autore deve attenersi, per quelle qui rubricate, alle forme suggerite:

Act. Ap. = Atti degli Apostoli

Apoc. = Apocalisse

Bar. = Baruc

Cant. = Cantico dei cantici

Dan. = Daniele

Deut. = Deuteronomio

Eccl. = Ecclesiaste

Ep. Col. = Lettera ai Colossesi

1 Ep. Cor. = Prima lettera ai Corinzi

2 Ep. Cor. = Seconda lettera ai Corinzi

Ep. Eph. = Lettera agli Efesini

Ep. Gal. = Lettera ai Galati

Ep. Hebr. = Lettera agli Ebrei

Ep. Iac. = Lettera di Giacomo

1 Ep. Io. = Prima lettera di Giovanni

2 Ep. Io. = Seconda lettera di Giovanni

3 Ep. Io. = Terza lettera di Giovanni

Ep. Iud. = Lettera di Giuda

1 Ep. Pet. = Prima lettera di Pietro

2 Ep. Pet. = Seconda lettera di Pietro

Ep. Phil. = Lettera ai Filippesi

Ep. Rom. = Lettera ai Romani

1 Ep. Thess. = Prima lettera ai Tessalonicesi

2 Ep. Thess. = Seconda lettera ai Tessalonicesi

1 Ep. Tim. = Prima lettera a Timoteo

2 Ep. Tim. = Seconda lettera a Timoteo

Ep. Tit. = Lettera a Tito

2 Esd. = Secondo libro di Esdra

4 Esd. = Quarto libro di Esdra

Esth. = Ester

Eu. Io. = Vangelo di Giovanni

Eu. Luc. = Vangelo di Luca

Eu. Marc. = Vangelo di Marco

Eu. Matth. = Vangelo di Matteo

Ex. = Esodo

Ez. = Ezechiele

Gen. = Genesi

Hab. = Abacuc

Ier. = Geremia

Iob = Giobbe

Ios. = Giosuè

Is. = Isaia

Iud. = Giudici

Iudith = Giuditta

Lam. = Lamentazioni

Leu. = Levitico

1 Macc. = Primo libro dei Maccabei

2 Macc. = Secondo libro dei Maccabei

Mal. = Malachia

Mich. = Michea

Num. = Numeri

Os. = Osea

1 Paral. = Primo libro dei Paralipomeni

2 Paral. = Secondo libro dei Paralipomeni

Prou. = Proverbi

Ps. = Salmi

1 Reg. = Primo libro dei Re

2 Reg. = Secondo libro dei Re

3 Reg. = Terzo libro dei Re

4 Reg. = Quarto libro dei Re

Ruth = Rut

Sap. = Sapienza

Sir. = Siracide

Tob. = Tobia

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