Artes – Rivista di arte, letteratura e musica dell’Officina San Francesco Bologna https://artes.unibo.it/ <p><strong>Artes – Rivista di arte, letteratura e musica dell’Officina San Francesco Bologna – ISSN 2974-7287</strong> è una rivista scientifica ad accesso aperto che ospita contributi in lingua italiana, inglese, francese, tedesca e spagnola che esplorino tematiche legate alle arti, alla letteratura, alla musica e alla storia della cultura, anche in relazione alla tradizione francescana di valorizzazione della persona.</p> Dipartimento delle Arti – Alma Mater Studiorum – Università di Bologna it-IT Artes – Rivista di arte, letteratura e musica dell’Officina San Francesco Bologna 2974-7287 Editoriale 2023: esperienze multidisciplinari https://artes.unibo.it/article/view/18292 Elisabetta Pasquini Copyright (c) 2023 Elisabetta Pasquini https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-11-07 2023-11-07 II I II 10.6092/issn.2974-7287/18292 Bollettino dell’Officina San Francesco Bologna 2023 https://artes.unibo.it/article/view/18304 Elisabetta Pasquini Copyright (c) 2023 Elisabetta Pasquini https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-11-07 2023-11-07 II 187 193 10.6092/issn.2974-7287/18304 Moltitudini e solitudini. Eremiti e folle tra i secoli XII e XIII https://artes.unibo.it/article/view/18293 <p>Il misticismo di Francesco d’Assisi è strettamente legato all’esperienza eremitica che lui stesso e alcuni tra i suoi compagni avevano vissuto nei primi tempi della loro vocazione religiosa e che avevano continuato a praticare, alternando periodi di apostolato pubblico a periodi di ritiro dalla società secolare. Questa propensione all’eremitismo è in linea con la diffusa tendenza dell’epoca verso una religiosità individuale, che tuttavia non implicava necessariamente un isolamento totale. Benché molti tra gli eremiti vissuti tra i secoli XII e XIII rispondessero a un’esigenza di fuga e di protesta e si muovessero in uno spazio controverso, tra riconoscimento ed emarginazione, alcuni di essi attiravano folle, svolgendo anche attività apostolica attraverso la predicazione. Il rapporto tra vita pubblica e isolamento eremitico è tuttavia delicato e non privo di problemi: la Chiesa si dimostra cauta e l’Ordine francescano cerca di mantenere in modi diversi l’equilibrio del suo padre fondatore.</p> Roberto Gamberini Copyright (c) 2023 Roberto Gamberini https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-11-07 2023-11-07 II 1 13 10.6092/issn.2974-7287/18293 Predicatori e moltitudini: dare un volto alla folla (secolo XIII) https://artes.unibo.it/article/view/18294 <p>Partendo dalle celebri scene della predica di Antonio di Padova ai pesci e di Francesco d’Assisi agli uccelli, il contributo mette in luce come la predicazione dei Frati minori costituisse uno spazio discorsivo che dava voce e rappresentanza a nuovi segmenti della società urbana del Duecento. Dalle iniziative sperimentali di Francesco alle campagne di predicazione ben pianificate di Antonio di Padova e di Bertoldo di Ratisbona, i frati furono in grado di parlare a una società in profonda trasformazione, segnata da tensioni e paure. Le folle che si radunavano per ascoltare i predicatori erano mosse dalla percezione che ciò che veniva annunciato in un linguaggio accessibile era effettivamente rilevante per la loro vita. In qualche modo, all’interno di questo processo comunicativo, il predicatore si rivolgeva a una grande folla, eppure ogni persona tra gli ascoltatori – almeno in alcuni momenti – aveva l’impressione di essere il vero destinatario del discorso, come in una conversazione personale. Si sentivano cioè non parte di una folla indistinta, ma veri e propri interlocutori del predicatore.</p> Pietro Delcorno Copyright (c) 2023 Pietro Delcorno https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-11-07 2023-11-07 II 15 40 10.6092/issn.2974-7287/18294 Moltitudini, identità e alterità. Da Francesco all’Ordine dei Frati minori (secolo XIII) https://artes.unibo.it/article/view/18295 <p>Il saggio punta a una rilettura della storia dei primi decenni dell’Ordine dei Frati minori, considerando il concetto-chiave delle ‘moltitudini’. La risposta al mandato evangelico ha caratterizzato l’intera esperienza biografica di Francesco. La povertà evangelica e la predicazione rappresentarono due tratti caratteristici della sua azione, come documentano le fonti agiografiche del secolo XIII. A imitazione del fondatore, anche i frati che lo seguirono cercarono di corrispondere al mandato evangelico. Tuttavia, il modo e lo scopo dell’azione missionaria nei decenni successivi alla morte del santo mutarono. Considerare, quindi, il rapporto tra le comunità di frati e le diverse moltitudini con cui venivano in contatto significa indagare da un’altra prospettiva il problema del processo di istituzionalizzazione dell’esperienza carismatica di Francesco.</p> Pietro Silanos Copyright (c) 2023 Pietro Silanos https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-11-07 2023-11-07 II 41 56 10.6092/issn.2974-7287/18295 Tra spiritualità e politica: la voce profetica nel libro V dell’<em>Arbor vitae</em> di Ubertino da Casale https://artes.unibo.it/article/view/18296 <p>L’articolo approfondisce la categoria storiografica di ‘spiritualità’ mediante l’analisi della profezia nel quinto libro dell’<em>Arbor vitae crucifixae Iesu Christi </em>di Ubertino da Casale. In particolare, da un lato punta a mettere in luce come la profezia, letta in chiave politica e frequentemente impiegata in quanto tale da Ubertino nel corso del testo, sia parte integrante di una memoria tramandata capace di formare una vera e propria identità del gruppo degli spirituali, legandoli, tramite alcuni personaggi-autorità, a Francesco stesso; dall’altro, a evidenziare come Ubertino dialoghi apertamente con le sue fonti, e come proprio in questo suo impiego della profezia, dietro un impianto politico evidente, si trovi una spiritualità a direzionarne le parole e le azioni. Tali riflessioni danno un contributo per delineare e dare spessore alla categoria storiografica di ‘spiritualità’, oggetto di importanti discussioni.</p> Andrea Alessandri Copyright (c) 2023 Andrea Alessandri https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-11-07 2023-11-07 II 57 69 10.6092/issn.2974-7287/18296 Infanzia e adolescenza nell’opera di Dante https://artes.unibo.it/article/view/18297 <p>Il saggio tratta della rappresentazione dell’infanzia e dell’adolescenza nell’opera di Dante. Se nel <em>Convivio</em> il poeta discute le età della vita escludendo dalla sua considerazione infanzia e puerizia, nel poema le rappresentazioni di queste due fasi dell’esistenza umana sono molte e variate, presenti soprattutto in similitudini. Esse mostrano un’attenzione particolare verso il rapporto madre/figli, tanto da consentire di avanzare alcune ipotesi sulla vita familiare di Dante e sul suo rapporto con la donna con cui condivise l’epoca fiorentina della sua vita, che non è Beatrice, ma Gemma Donati.</p> Erminia Ardissino Copyright (c) 2023 Erminia Ardissino https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-11-07 2023-11-07 II 71 84 10.6092/issn.2974-7287/18297 Le beatitudini evangeliche nel <em>Purgatorio</em> dantesco https://artes.unibo.it/article/view/18298 <p>In un noto saggio del 1984, Maria Chiavacci Leonardi sottolineava come, nella critica dantesca, le beatitudini proclamate alla fine di ogni cornice del purgatorio siano state considerate in genere come un elemento marginale all’interno del regno. La studiosa metteva tuttavia in discussione questo tipo di approccio, che non permetterebbe di esaurire il senso e lo scopo con cui Dante ha scelto di inserire il “discorso della montagna” all’interno del proprio immaginario cammino di purificazione. La sua interpretazione, secondo cui le beatitudini costituirebbero l’elemento strutturale della cantica, induce a gettare uno sguardo nuovo sull’intera struttura e atmosfera del purgatorio in relazione ad esse. Si propone dunque una breve analisi riguardante la proclamazione delle beatitudini e la loro relazione con il relativo contesto narrativo e, tenendo conto anche dei nuclei tematici dei canti in cui le beatitudini si inseriscono, si faranno quindi emergere alcune possibili implicazioni a livello strutturale.</p> Giovanna Arcari Copyright (c) 2023 Giovanna Arcari https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-11-07 2023-11-07 II 85 109 10.6092/issn.2974-7287/18298 Il Ruggiero: storia di una forma di danza https://artes.unibo.it/article/view/18300 <p>Il Ruggiero, attestato da fonti scritte nei secoli XVI e XVII, è una forma di danza. La melodia di discanto è spesso accompagnata da un basso, sul quale a partire dagli ultimi decenni del Cinquecento si costruivano variazioni. L’origine sembra legata a Napoli (o, per la mediazione dell’ambiente napoletano, alla Spagna); da lì si è rapidamente diffuso in ampie zone d’Italia, ove è attestato nella tradizione scritta e nelle tradizioni orali. I luoghi in cui le fonti scritte cinque-seicentesche ne documentano l’esistenza sono quelle in cui questa forma di danza è sopravvissuta nelle tradizioni orali.</p> <p>La musicologia storica ha ritenuto che il Ruggiero fosse una formula di basso sulla quale si intonava un’ottava dell’<em>Orlando furioso</em> (XLIV, 61). I presupposti di questa teoria sono, lo si dimostra, inconsistenti. Numerose testimonianze contribuiscono a far luce sui rapporti tra tradizione orale e scritta nel Cinquecento e nel Seicento, e offrendo l’opportunità di una riflessione di metodo circa le intersezioni tra storiografia ed etnografia.</p> Nico Staiti Copyright (c) 2023 Nico Staiti https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-11-07 2023-11-07 II 111 136 10.6092/issn.2974-7287/18300 I manuali dell’accademia del Guercino: una selezione in vista di un progetto più ampio https://artes.unibo.it/article/view/18301 <p>Il presente contributo mira a far luce su un aspetto poco conosciuto delle attività del Guercino, quelle svolte in seno all’Accademia del nudo di Cento, e sugli album che l’artista emiliano predispose per i suoi allievi. Il saggio propone la disamina di alcune fra le incisioni che appaiono particolarmente significative per comprendere in quale direzione procedano complessivamente i percorsi didattici di Giovan Francesco Barbieri, e la cornice storica in cui essi sono stati sviluppati.</p> Leonardo Masone Copyright (c) 2023 Leonardo Masone https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-11-07 2023-11-07 II 137 153 10.6092/issn.2974-7287/18301 Chiti, Martini e gli albori della storia della musica https://artes.unibo.it/article/view/18302 <p>Girolamo Chiti (1679-1759), maestro di cappella di S. Giovanni in Laterano ed epigono della cosiddetta “scuola romana”, fu uno dei più assidui corrispondenti di padre Giambattista Martini. Nell’arco di quattordici anni, tra il 1745 e il ’59, infatti, i due si scambiarono oltre quattrocento lettere. Grazie a questa corrispondenza, l’articolo approfondisce il fondamentale aiuto offerto da Chiti a Martini alla stesura della sua storia della musica, da un lato, con il reperimento e il continuo invio di preziosi materiali, quali trattati di teoria musicale e musiche antiche e moderne; dall’altro, con il fecondo scambio di idee sulla musica, in particolare sacra. Pur convinti che i fondamenti della composizione andassero colti nei trattati di contrappunto e nella polifonia cinquecentesca, alla luce delle loro idee e del loro operato, Chiti e Martini si rivelano non come conservatori, oppositori della modernità, ma come due personalità partecipi di un autentico spirito settecentesco.</p> Arnaldo Morelli Copyright (c) 2023 Arnaldo Morelli https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-11-07 2023-11-07 II 155 169 10.6092/issn.2974-7287/18302 <em>Le nabi aux belles icônes</em>: Maurice Denis tra teoria e prassi https://artes.unibo.it/article/view/18303 <p>Nell’agosto 1890 l’allora giovanissimo Maurice Denis pubblicò sulle pagine della rivista parigina «Art et Critique» un breve saggio intitolato <em>Définition du Néo-traditionnisme</em>. Con questo testo, il futuro cofondatore del gruppo dei Nabis pose le basi ideologiche del movimento simbolista, anticipando di fatto l’amico e collega Gabriel Albert Aurier, autore di quello che è considerato a tutt’oggi il manifesto “ufficiale” di questo movimento: <em>Le Symbolisme en peinture: Paul Gauguin</em> (1892). Nel suo testo, il pittore originario di Granville definisce infatti, a modo suo, i famosi cinque punti stilati da Aurier solo due anni più tardi (ideismo, simbolismo, sintetismo, soggettivismo e decorativismo), dimostrando così di essere non solo un artista all’avanguardia, ma anche un fine teorico attento al dibattito critico del suo tempo.</p> Giuseppe Virelli Copyright (c) 2023 Giuseppe Virelli https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-11-07 2023-11-07 II 171 186 10.6092/issn.2974-7287/18303