Predicatori e moltitudini: dare un volto alla folla (secolo XIII)
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2974-7287/18294Parole chiave:
Francesco d’Assisi, Antonio di Padova, predicazione, città medievale, follaAbstract
Partendo dalle celebri scene della predica di Antonio di Padova ai pesci e di Francesco d’Assisi agli uccelli, il contributo mette in luce come la predicazione dei Frati minori costituisse uno spazio discorsivo che dava voce e rappresentanza a nuovi segmenti della società urbana del Duecento. Dalle iniziative sperimentali di Francesco alle campagne di predicazione ben pianificate di Antonio di Padova e di Bertoldo di Ratisbona, i frati furono in grado di parlare a una società in profonda trasformazione, segnata da tensioni e paure. Le folle che si radunavano per ascoltare i predicatori erano mosse dalla percezione che ciò che veniva annunciato in un linguaggio accessibile era effettivamente rilevante per la loro vita. In qualche modo, all’interno di questo processo comunicativo, il predicatore si rivolgeva a una grande folla, eppure ogni persona tra gli ascoltatori – almeno in alcuni momenti – aveva l’impressione di essere il vero destinatario del discorso, come in una conversazione personale. Si sentivano cioè non parte di una folla indistinta, ma veri e propri interlocutori del predicatore.
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