“Perfetto, buono, lucido e sereno”: l’innocenza del mondo creato nelle rielaborazioni laudistiche del Credo
DOI:
https://doi.org/10.60923/issn.2974-7287/23550Parole chiave:
lauda, confraternite, Credo, parafrasi, devozioneAbstract
Fra i sottogeneri più frequentati dalla tradizione laudistica figura l’amplificatio, per parafrasi, di orazioni liturgiche come il Pater e l’Ave (ma anche il Salve Regina, il Requiem aeternam o l’Angelus Domini). Anche le parafrasi del Credo godono di fortuna, in coerenza con l’intento delle laude confraternali di “pescare le anime”, ovvero di tradere delectando fidem ai confratelli laici, che costituiscono anche la platea coeva predicazione. Il saggio pone a confronto alcuni esempi di rielaborazione del Credo, per parafrasi integrale o parziale, nella tradizione della lauda (da Iacopone da Todi al Bianco da Siena e a Leonardo Giustinian fino al laudario bolognese di S. Maria della Morte) soffermandosi sulla celebrazione degli enti naturali nella loro intrinseca innocenza creaturale, «perfecti, buoni, lucidi e sereni», evidenza della Luce invisibile che ne ha mediato la creazione.
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