«Di gran fuoco ed armonia»: la mobilità territoriale dei musicisti francescani nel caso di Francesco Passarini
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2974-7287/15956Parole chiave:
Francesco Passarini, musica liturgica, mobilità territoriale, cappella musicale, scuola musicaleAbstract
Nell’Ordine dei Minori conventuali, dedito come nessun altro alla musica, abbondante fu la presenza di frati musicisti notevoli e tipico fu il loro essere contesi tra diversi conventi, in particolare durante la bassa età moderna. Il passare da una città all’altra li obbligò, da una parte, ad adeguarsi alle specifiche prassi esecutive e liturgiche del luogo, e ne fece, dall’altra, dei diffusori di risorse musicali inedite nei nuovi àmbiti di lavoro. Esemplare è il caso di Francesco Passarini, frate nato a Bologna nel 1636 e lì defunto nel 1694: maestro di cappella nella basilica felsinea di S. Francesco, fu nondimeno stabilmente attivo anche a Ferrara, San Giovanni in Persiceto, Venezia, Firenze e Pistoia. Il suo profilo biografico restituisce l’immagine del normale corso di carriera per un frate musicista di valore, prima che, dalla seconda metà del Settecento agli albori dell’età contemporanea, epigoni massimi quali Giambattista Martini e Stanislao Mattei dessero luogo a una quasi totale sedentarietà, votata a scopi differenti.
Downloads
Pubblicato
Come citare
Fascicolo
Sezione
Licenza
Copyright (c) 2022 Francesco Lora
Questo lavoro è fornito con la licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.